Nel XVI secolo essere donna a Bologna, città aperta, liberale ed evoluta, è più facile che altrove. Durante il Cinquecento e il Seicento nella città delle torri fiorisce una delle più grandi scuole di pittura a livello internazionale, che ha i suoi maggiori rappresentanti in Annibale Carracci e poi in Guido Reni, un grande movimento pittorico che va sotto il nome di Rinascimento emiliano. Non a caso la città petroniana è l'officina italiana più prolifica di artiste, a cominciare un secolo prima da Caterina de' Vigri, la santa patrona di pittori e pittrici. Né si può passare sotto silenzio che l'università di Bologna, la prima e più antica istituzione accademica d'Europa, nata nel 1088, è stata la prima ad accogliere le donne sia come studenti che come docenti. È della città emiliana la prima donna laureata al mondo, Bettisia Gozzadini, che si laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti il 3 giugno 1236 a 27 anni ed è anche la prima donna al mondo a salire su una cattedra universitaria, il glorioso Studium di Bologna. Sempre sulla cattedra di diritto dello Studio petroniano si avvicenderanno tre "professore": Accursia dopo la metà del Duecento, un secolo dopo Novella D'Andrea e, nel 1380, Maddalena Buonsignori. Bologna, la Dotta, è anche la prima città a istituire una cattedra universitaria di musica e, nel 1450, la prima cappella musicale.
Lavinia Fontana e Sofonisba Anguissola sono i due pennelli femminili italiani più celebri del XVI secolo (a parte, va ricordata un'altra bolognese illustre che le precede, Properzia de' Rossi, prima scultrice al mondo). Il destino in parte le accomuna. La prima è una celebrità alla corte pontificia, l'altra, Sofonisba, classe 1532, diventa famosa come ritrattista ufficiale alla corte di Filippo II di Spagna. Entrambe inaugurano una lunga e prestigiosa galleria di ritrattiste che sarà illuminata, di lì a due secoli, dalla triade settecentesca formata da Rosalba Carriera, Angelica Kauffmann ed Élisabeth Vigée Le Brun.
All'ombra delle torri il 24 agosto 1552 nasce Lavinia Fontana. Figlia d'arte (il padre è il rinomato pittore manierista Prospero Fontana), Lavinia riceve un'accurata educazione artistica nella bottega paterna.Il 13 febbraio 1577, prossima ai venticinque anni, abbastanza tardi per una donna del tempo, sposa Giovan Paolo Zappi, un modesto pittore appartenente a una nobile famiglia di Imola, a condizione di poter continuare a dipingere. Lui accetta, anzi smette di dipingere in proprio e le è accanto nella duplice veste di assistente e impresario.
Nella sua città, Lavinia, notevole rappresentante della scuola manierista, esordisce come ritrattista dimostrando di saper interpretare in modo assolutamente personale il linguaggio pittorico del padre: si ricordano, in particolare, il ritratto dell'arcivescovo di Bologna e quello della famiglia Gozzadini