JOSÉPHINE
JOSÉPHINE - Dramma in quattro atti
di Florindo Di Monaco
Personaggi
ROSE, poi col nome JOSEPHINE (Marie Josephe Rose Tascher de la Pagerie) vedova Beauharnais
e moglie di Napoleone Bonaparte, imperatrice di Francia e prima regina d'Italia
ALESSANDRO DI BEAUHARNAIS, visconte, primo marito di Joséphine
NAPOLEONE BONAPARTE, secondo marito di Joséphine
EUGENIO DI BEAUHARNAIS, figlio di Joséphine
ORTENSIA DI BEAUHARNAIS, figlia di Joséphine
LAZARE HOCHE, generale
PAUL BARRAS, visconte, leader del Direttorio
HIPPOLYTE CHARLES
ANTOINETTE
THERESE
LOUISE
DELPHINE
MARIA LETIZIA RAMOLINO, madre di Napoleone
ELISA BONAPARTE, sorella di Napoleone
PAOLINA BONAPARTE, sorella di Napoleone
CAROLINA BONAPARTE, sorella di Napoleone
I ATTO
Nella prigione di Carmes a Parigi, Rose vede per l'ultima volta il marito Alessandro di Beauharnais, dal quale vive separata e da cui ha avuto due figli che adora, Eugenio e Ortensia. Entrambi, ingiustamente imprigionati, sono in angosciosa attesa della condanna a morte che li aspetta come nemici della rivoluzione. I due si riconciliano in questa drammatica circostanza. Presto Rose conosce un affascinante e giovane generale, Lazare Hoche, anche lui in attesa dell'inesorabile condanna a morte.
Rose si trova in una sola, squallida cella insieme ad altre quattordici donne, tutte in attesa di essere condotte al patibolo. Il loro destino è scritto. Come vedove, mogli, sorelle o figlie di uomini ritenuti controrivoluzionari le aspetta la ghigliottina. Nei giorni dell'angosciosa attesa Rose rimpiange la sua Martinica, l'isola dei Caraibi dov'è nata e vissuta fino a sedici anni. Mentre le compagne di cella sfogano tutta la loro disperazione e si lamentano della perduta libertà, Rose racconta che da piccola una vecchia indigena le aveva predetto un grande futuro: sarebbe diventata più di una regina, imperatrice. E come portafortuna le aveva regalato una collanina con una rosa, il suo nome.
Lazare ottiene il permesso di incontrare Rose nella cella. Prima dieci detenute, poi altre tre, Louise, Antoinette, Delphine, le più care compagne di Rose, vengono portate al patibolo. Rose e Thérèse, rimaste sole, aspettano rassegnate la loro ora. Un carceriere mostra a Rose la camicia insanguinata di Alessandro: è stato ghigliottinato. Qualche giorno dopo inaspettatamente Thérèse viene scarcerata. Rose resta sola. Poi accade l'imprevedibile. Giustiziato il despota Robespierre, le prigioni cominciano a vuotarsi, escono dal carcere anche Rose e Lazare, finalmente liberi di amarsi alla luce del sole.
II ATTO
Rose, anche se libera, è sconvolta e traumatizzata per i tre mesi d'inferno trascorsi in carcere. Lazare la va a trovare, e la incoraggia a tirarsi su di morale. Grazie a lui, lentamente si riprende dallo shock. Per farla distrarre Lazare la invita a una festa che si terrà nel lussuoso palazzo di Paul Barras, il leader che ora comanda e che ha contribuito alla caduta di Robespierre. Il visconte Barras, incallito donnaiolo, rimane immediatamente colpito dal fascino di Rose. Lei, abile seduttrice, se ne invaghisce e, sdegnando le attenzioni di Lazare, non tarda a gettarsi nelle braccia di Barras. Nel frattempo Eugenio, figlio di Rose, chiede al generale Napoleone Bonaparte di consegnargli come ricordo la sciabola del padre. Bonaparte, mosso a pietà, gliela restituisce. A casa di Barras, Rose incontra Napoleone e lo ringrazia per il nobile gesto. Napoleone, al pari del prestante Barras, resta subito folgorato dalla bellezza e dalle grazie di Rose, e se ne si innamora perdutamente: un vero colpo di fulmine.
Benché di sei anni più giovane di lei, non tarda a chiederle la mano. E la chiama, ribattezzandola, con quello che in realtà è il suo secondo nome, Joséphine. D'ora in poi Rose sarà per tutti Joséphine. Napoleone informa la madre Maria Letizia del suo imminente matrimonio. Ma la madre cerca in tutti i modi di dissuaderlo dallo sposare Joséphine perché è più anziana di lui, è vedova, ha già due figli e gode fama di essere una cortigiana, al centro delle attenzioni di tutti nella vita mondana di Parigi. Ma Napoleone, pazzo d'amore, è irremovibile. Si sposano. All'inizio la loro sembra un'unione felice: Napoleone l'ama follemente, lei, da tutti ammirata e corteggiata, è piuttosto tiepida, anche perché ha un matrimonio fallito alle spalle. Inoltre, appena due giorni dopo le nozze Napoleone la lascia e parte per una missione militare.
La fresca sposa, rimasta sola, sensuale e affascinante com'è, cede immediatamente alle avances del bellissimo e giovanissimo ufficiale Hippolyte Charles, che ha dieci anni di meno. Inizia così tra i due un'intensa relazione.
III ATTO
La loro relazione viene presto alla luce del sole e giunge agli orecchi di Napoleone. Tornato in Francia, Bonaparte, scopre in flagrante i due amanti. Preso dalla gelosia, monta su tutte le furie. Ma alla fine spinto dal forte sentimento che lo lega a Joséphine riesce a perdonarla. Non tarderà però a ripagarla della stessa moneta tradendola a sua volta. Joséphine dal canto suo gli giura di essergli per sempre fedele. Napoleone la gratifica regalandole la bellissima tenuta di Malmaison, fuori Parigi, un piccolo paradiso, dove lei va a vivere e dove può ritrovare l'atmosfera della sua Martinica. Napoleone, che passa di vittoria in vittoria e sogna un'Europa unita nella pace, ritiene giunto il momento di farsi proclamare imperatore. È il regalo più grande che può fare alla sua adorata consorte: un trono e la corona imperiale. Per Joséphine è la realizzazione di un sogno antico e anche della profezia che tanti anni prima le aveva fatto la vecchia nera: «Più che regina, un giorno sarai imperatrice».
Ma il dramma è dietro l'angolo. Tra lei e Napoleone c'è aria di crisi. A causa della menopausa precoce, dovuta probabilmente agli stenti e al trauma sofferti in carcere, è diventata sterile e non può dare un figlio a Napoleone, l'atteso erede al trono. Questo pensiero diventa per lei un vero incubo, un'ossessione, che confida alla figlia Ortensia, con la quale ha un rapporto di profonda intesa.
IV ATTO
Joséphine vive un periodo difficile: ha degli incubi notturni e crede di vedere Maria Antonietta, che la tormenta ricordandole la brutta fine a cui è andata incontro. Sa che in Polonia il marito l'ha tradita con la contessa Maria Walewska e che medita di lasciarla. Come ha fatto lui con lei qualche anno prima, la moglie tradita trova in sé la forza di perdonarlo, anzi gli chiede la più grande prova d'amore: rinunciare al trono per vivere per sempre accanto a lei.
Napoleone è a un bivio drammatico, costretto a compiere una difficile scelta tra moglie e trono, tra amore e potere. Si ferma a un passo dal divorzio, che sembra l'unica soluzione possibile per conservare il trono, consentendogli di convolare a nuove nozze e di avere il tanto desiderato erede. Quando tutto sembra perduto per Joséphine, avviene un colpo di scena. Napoleone realizza che l'amore per la sua donna, a cui deve tanto, è più forte e durevole di ogni potere, e per amore di Joséphine sacrifica tutto l'impero che ha faticosamente costruito. Il trono passerà al figlio di Joséphine, Eugenio. Napoleone e la moglie, a conferma di un amore che si rivela indistruttibile, resteranno insieme fino alla fine dei loro giorni ritirandosi a vita privata entrambi nella tenuta di Malmaison.